L'Andalusia era sulla mia TODO list da tempo immemore, ma è sempre stato difficile incastrarci un viaggio breve dei miei. Per fortuna, il ponte dei Santi 2024 è caduto benissmo, visto che il primo novembre era di venerdì. Un solo giorno di ferie, preso per il giovedì 31, ed ecco che è venuta fuori una mini vacanza di 72 ore, ad ora la più lunga di questo mio progetto. Molta flessibilità per trovare l'aereo, in quanto prezzi convenienti per questo ponte si potevano trovare solo su Milano o Roma; ed è così che ho trovato il volo d'andata da Malpensa a Malaga alle 6.30 del mattino e il ritorno sulla stessa tratta alle 9.45 della domenica successiva. Il volo su Malaga ha ovviamente influenzato l'itinerario, che ho disegnato tra questa bellissima città e Siviglia; in futuro, conto di fare altri mini itinerari per vedere anche le varie Granada, Cordova, Jerez, ecc.
Atterrato puntuale alle 9 ma, tra la fila per il noleggio e il tempo di trovare parcheggio in centro a Malaga (distante circa 25 minuti di auto), ho iniziato la mia visita alle 11 circa. Segnalo il Parcheggio Atlantida, coperto e controllato, situato a 10 minuti a piedi dalla Cattedrale, che costa 2 euro l'ora. Dopo una tipica colazione, che descrivo nella sezione culinaria, mi sono spostato verso il Mercato Central de Atarazanas; come tutti i mercati locali, è il cuore pulsante della città, con i suoi odori e il continuo vociare dei venditori di prelibatezze tipiche. Dal mercato, passeggiando per le tipiche viuzze del centro storico, si raggiunge velocemente la Cattedrale di Malaga: costruita con l'arrivo dei cristiani, su quello che era un avamposto musulmano, raccoglie tutti i tesori della città. L'ingresso costa 10 euro, con audioguida inclusa, e la visita è molto importante per conoscere velocemente l'evoluzione storica della città. Uscito dalla cattedrale, mi sono discostato dal centro storico rotolando verso sud, per camminare lungo la Muelle Uno: la modernissima camminata sul porticciolo, piena di chiringuiti e bancarelle vintage, che arriva fino alla spiagga La Malagueta, dove i turisti si fermano per fotografare l'enorme scritta sulla sabbia. Si era fatta ora di pranzo, per cui mi sono diretto verso il locale che avevo individuato, passando per le imperdibili e pittoresche Plaza de la Constitucion e Calle San Augustin. Dopo essermi rifocillato di tapas, avevo le energie necessarie per fare il percorso storico della città: partire dalle rovine Teatro Romano e salire fino al Castello di Gibralfaro, che un tempo proteggeva la città. Prima o dopo il castello, a seconda di quanta fila vedete, tappa anche all'Alcazaba l'ultimo avamposto musulmano rimasto. Del castello sono rimaste solo le mura, perfetto per fare foto panoramiche a 360°! Il biglietto combinato Castello+Alcazaba costa solo 5.5 euro, mentre il Teatro Romano ha ingresso gratuito. I biglietti per vari siti di Malaga si fanno comodamente alle macchinette automatiche fuori dagli ingressi, senza bisogno di doverli comprare in anticipo in rete. Si erano già fatte le 18 e dovevo ripartire in direzione Farajan, villaggio del pernotto, distante circa 2 ore. In questo itinerario ho dovuto fare molte scelte, soprattutto tagliare ogni museo di cui la città è piena (uno su tutti quello di Picasso), ma nei viaggi brevi è inevitabile. Nonostante la toccata e fuga, Malaga mi ha travolto subito in quanto è una città giovane, dinamica, aperta....viva!
“Quando si è giovani, si è giovani per tutta la vita” (Pablo Picasso)
Sicuramente le grandi città andaluse, con i loro continui richiami al mondo arabo, hanno reso famosa questa regione; ma è l'entroterra rurale, con i suoi villaggi arroccati sulle montagne, le ripide e strette stradine e gli edifici di un bianco strabiliante, a rendere il sud della Spagna un luogo unico! Tutti questi vengono universalmente riconosciuti come i "Pueblos Blancos" e non potevo non visitarne alcuni sul mio percorso tra Malaga e Siviglia. La gita odierna l'avevo coltivata nel tempo, fin da quando ho scoperto l'esistenza dei villaggi unici di Ronda e Setenil de las Bodegas. Pochi giorni prima della partenza, quasi per caso, ho scoperto che vicino c'era anche il vero paese dei Puffi, diventato il primo ad essere visitato per via della sua vicinanza con Farajan (10 minuti di macchina). Juzcar faceva parte dei pueblos blancos, tuttavia, quando nel 2011 uscì il film, appunto,dei Puffi, venne scelto come villaggio ufficiale per la reclame; e fu così che tutte le case vennero dipinte di blu! Ormai non ha più l'hype di un tempo, tuttavia troverete ancora le facciate ben curate, vari murales di Puffi e altri animali e casette a forma di fungo qua e là. Inoltre, gli edifici più importanti sono ancora tutti rigorosamente blu: il municipio, l'ambulatorio, la farmacia, la scuola, la chiesa e il cimitero. Vi consiglio di arrivare entro le 9 come me perchè, anche se troverete tutto chiuso, potrete godervi una passeggiata in tranquillità in questo borgo fatato, non vi porterà via neanche un'ora. Parcheggiate in zona Hotel Bandolero, dove troverete certamente uno spiazzo libero. Mezz'ora di auto e si raggiunge l'incredibile Ronda, una città arroccata su un altipiano di oltre 150 metri, dove un tempo il Barrio principale era separato dagli altri dallo strapiombo che divideva l'altipiano; questo Barrio continuava a prosperare, mentre gli altri erano destinati ad un inesorabile declino. Durante la metà del '700 iniziarono i lavori di costruzione del Puente Nuevo, che avrebbe unito tutti i Barrio e reso Ronda una meta unica nel suo genere. Intanto vi consiglio, anche qui, di arrivare presto al mattino, perchè poi la folla di turisti rende invivibile la visita; inoltre, per non perdere tempo, parcheggiate all'interno del Parcheggio Ronda, a pagamento al costo di 2 euro l'ora. Da qui, dirigetevi al Mirador de Maria Auxiliadora dove inizia il sentiero Ronda, che vi porterà ad ammirare la maeostosità del Ponte Nueve dall'alto.
Siccome è un percorso con un po' di dislivello, consiglio di dirigervi subito verso il belvedere dell'Arco Arabo, dato che è il punto più lontano ed è meglio farlo quando siete freschi; successivamente, salite nuovamente e fate tappa al Desfiladero del Tajo, a pagamento al costo di 5 euro, per fare il piccolo sentiero che vi porterà proprio alla base delle fondamenta del ponte. Tornate al Mirador iniziale e dirigetevi verso il Puente Nuevo, scoprirete anche quanto è bella l'architettura, rigorosamente bianca, di Ronda. Non perdetevi le varie angolazioni del ponte, sia sul Mirador de Aldehuela che dal Mirador de Aves; inoltre, se siete curiosi di saperne di più sulla storia di quest'opera, potete visitare il piccolo museo interattivo all'interno del ponte al costo di soli 2.5 euro. A questo punto, è arrivato il momento di andare a visitare il fiore all'occhiello dell'itinerario di oggi, il pueblo blanco costruito sotto le rocce, dove le case non sono altro che delle grotte con la facciata bianca: Setenil de las Bodegas. Ci sono dei parcheggi controllati da dei "volontari" che vi chiederanno 5 euro, se sono abusivi non lo so ma non avete molta scelta; in circa 10 minuti a piedi, vi ritroverete nelle famose vie coperte. Scoprirete quanto sia facile impazzire per le strade, quindi non ha molto senso dirvi un itinerario preciso, ma ecco qual è stato il mio percorso: ho percorso subito la più rinomata Cuevas de las Sombra, per poi salire verso Calle Vilchez e scendere nuovamente verso Calle Vega. Percorsa quest'ultima, sono risalito verso la strettissima Calle Herreria per sbucare in Placa de la Andalucia e, da questa, si sale la scalinata di Calle Villa per raggiungere la Parrocchia di Nuestra Senora de la Encarnacion. Da questo belvedere, sono sceso nuovamente nella piazza, ma ho virato verso Calle de la Constitucion per arrivare nella seconda via più famosa, ovvero Calle Cuevas del Sol, dove mi sono fermato per il pranzo. Dopo una scorpacciata di pesce, ho proseguito fino alla fine della via per girare verso Avinguda del Carmen e salire, appunto, verso il Mirador del Carmen, il punto panoramico più famoso del villaggio. Anche Setenil è visitata, tre villaggi tipici e completamente diversi fra di loro, una meraviglia per gli occhi e per l'anima! Mi sono avviato con molta calma verso l'ultima città del mio viaggio, ovvero Siviglia, distante circa 90 minuti da Setenil. Tra parentesi, guidare in Andalusia è un'esperienza meravigliosa per gli amanti della guida, perchè passerete sempre tra queste enormi rocce particolari scorgendo villaggi bianchi sparsi qua e là.
"Credo che sia del paese di Gesù, a due passi dal paradiso." (Prosper Mérimée)
Impensabile visitare Siviglia con a disposizione una "giornata lavorativa", ma vi assicuro che, per vedere solo i luoghi simbolo, il tempo è sufficiente. La capitale Andalusa si presta perfettemente per essere girata a piedi, da sud a nord, da Plaza de Espana alla Real Maestranza. Consiglio di iniziare lato sud per visitare l'iconica Plaza de Espana al mattino, prima delle 9, quando non c'è nessuno e potete ammirare in santa pace l'esplosione di colori delle ceramiche e i riflessi del canale privo di barchette in movimento. Una volta che vi sentirete pieni di questa meraviglia, vi potete incamminare verso il Barrio de Santa Cruz, il quartiere più pittoresco della città, e perdervi fra le sue viuzze per assaporare l'atmosfera autentica andalusa. Questo tragitto si sposa molto bene, perchè vi ritroverete nel cuore pulsante del centro storico, tra la Giralda e l'Alcazar. Per questi due siti è fondamentale comprare con larghissimo anticipo, anche un mese prima, i biglietti online, altrimenti dovete farvi almeno un'ora di fila e sperare che siano rimasti ancora tagliandi disponibili. Nel mio caso, avevo prenotato l'ingresso all'Alcazar delle 10.30, al costo di 14.50 euro, sul SITO UFFICIALE. Per quanto riguarda la Cattedrale e l'ingresso nella Giralda, il biglietto d'ingresso in autonomia era già esaurito e sono stato costretto, per evitare di perdere mezza giornata in fila, ad acquistare il pacchetto "visita guidata della Cattedrale + ingresso in autonomia alla Giralda" delle ore 12, sempre sul SITO UFFICIALE. A posteriori posso dire che consiglio a prescindere la visita guidata: costa 20 euro invece che 12 e, grazie alla guida, potrete entrare in zone della Cattedrale off limits come il coro e l'altare più alto del mondo per fare foto in santa pace, invece che stare dietro le sbarre come gli altri turisti. L'Alcazar è senza dubbio il sito che mi è piaciuto di più! Purtroppo potevo starci solo 90 minuti, perchè poi avrei avuto la visita guidata, ma è un luogo in cui perdersi per almeno 2 ore. Tutta la meraviglia dell'architettura musulmana è racchiusa in quest'opera: ogni cortile è unico, i giardini sono curatissimi, i saloni interni maestosi e imperdibili sono anche le terme sotterranee! Ovviamente anche la Cattedrale ha il suo fascino, con la presenza dell'altare più grande del mondo (è veramente immenso) e il mausoleo con i veri resti di Cristoforo Colombo; inoltre, la Giralda fu costruita per essere anch'essa la torre campanaria più alta del mondo. Probabilmente ha influito
il fatto che fosse l'ora di punta e la situazione era invivibile, soprattutto la salita in cima alla Giralda mi ha impegnato quasi mezz'ora perchè era un'unica lunga fila (considerate che c'è da salire per 90 metri), composta poi da altre piccole file per affacciarsi sulle grate per vedere il panorama. Comunque, seguendo questo itinerario, per le 14 sarete liberi di andare a pranzo e continuare il giro. La tappa successiva è la Plaza de Toros, le Real Maestranza, insomma la corrida. Purtroppo qua sono ancora molto fissati e legati a questa barbara tradizione, ma entrare al suo interno ha comunque il suo fascino. Il biglietto costa 10 euro (tantissimi considerando che si può accedere solo ad un pezzo di tribuna) e consiglio di acquistarli in rete quando sarete in zona, perchè la fila per il biglietto cartaceo è lunga e l'acquisto online permette di saltarla. Non vi metto il link, perchè dovrete scansionare il codice QR che troverete attaccato ovunque dentro i cancelli principali. La visita sarà velocissima, a meno che non vi interessi il museo interno sulla storia della maestranza. Come ultima tappa avevo deciso di visitare il quartiere gitano di Siviglia: Triana. Questo Barrio è talmente famoso per la sua identità, che viene anche conosciuto come "Repubblica indipendente di Triana". In passato era considerato un covo di reietti, un luogo dove confinare chi era sgradito dalla società, un posto dove sapevi di entrare ma non di uscire, rifugio di banditi e malviventi. Oggi ovviamente si è adeguato al turismo e infatti, superato il Puente de Triana, vi troverete in una Calle Betis piena di case colorate e di bar pieni di turisti. Vi basterà però entrare subito all'interno del quartiere, per assaporare tutta la tipicità di Triana. Dato che Malaga dista circa 2 ore e 30, per me era arrivato il tempo di salutare Siviglia e tornare al parcheggio Arjona (si può usare la app APK2 citata all'inizio) per riprendere l'auto. Durante il tragitto di ritorno ho fatto tappa ad Estepa per scoprire il mondo goloso del mantecados, ma questa storia ve l'ho lasciata nella sezione culinaria. A presto, Andalusia, sei stata una meraviglia!
"Quièn no ver sevilla, no vè maravilla (trad.: “Chi non vede Siviglia non vede meraviglia”)" (motto spagnolo)